Masunaga conosceva la ‘teoria dello stress’ di Hans Selye, in questo articolo vediamo come ha filtrato questa teoria per includerla nel suo pensiero
Masunaga conosceva la ‘teoria dello stress’ di Hans Selye, in questo articolo vediamo come ha filtrato questa teoria per includerla nel suo pensiero

La Hearth Rate Variability (HRV) indica la variazione in termini di millisecondi da battito a battito del nostro cuore. La sua importanza nell’ambito del monitoraggio sportivo professionale o amatoriale è andata aumentando negli ultimi anni, ma anche diversi operatori della salute lo utilizzano con sempre maggior frequenza a causa delle potenzialità predittive di condizioni di salute. Infatti l’HRV fornisce una serie di informazioni su come l’integrazione neurofisiologica centro-periferia funziona nel singolo individuo. Di particolare interesse sono le informazioni sul tono del nervo vago che questo strumento è in grado di fornire, e la recente ricerca in psicofisiopatologia, seppur da diverse prospettive, pone al centro dell’attenzione il Vago per indagare i molteplici nessi tra cuore e cervello. Per i dettagli, oltre che al materiale reperibile in rete rimando al lavoro di Alessandro Casini che ringrazio per la consulenza che mi ha fornito in corso d’opera e per i suoi preziosi consigli. Se siete interessati all’argomento e volete approfondire significato e metodiche di analisi dell’HRV vi consiglio caldamente di seguire i suoi corsi sulla piattaforma Mibes..
L’HRV è un parametro molto importante per la nostra salute perchè tanto più il ritmo del nostro cuore NON è regolare, tanto più il nostro sistema, e in particolare il sistema nervoso autonomo, sarà capace di adattarsi al mutare delle circostanze sia dell’ambiente interno (il corpo) sia di quello esterno. Quindi una elevata variabilità cardiaca ( e un buon tono vagale) sono predittive di uno stato di salute migliore.
Lo studio che ho condotto oramai un anno fa, nel novembre del 2023, è basato sulla misurazione di questo parametro su tre riceventi subito prima e subito dopo aver ricevuto un trattamento shiatsu con metodo I.R.T.E.
Tale studio è stato reso possibile dalla collaborazione e il supporto tecnico di Marco Caponera un amico, oltre che un ottimo personal trainer con una formazione olistica. QUI trovate il suo completissimo sito che vi consiglio di esplorare!
Non mi resta che augurarvi buona lettura!
Si è appena concluso il progetto Shiatsu alla Scuola Media Maltoni di Pontassieve (Firenze) , durato dal 18 marzo al 3 giugno 2024. Grazie all’impegno di Michela Simonetti insegnante di sostegno e la coordinatrice del progetto, questo è il secondo anno consecutivo che vede la nostra Scuola di shiatsu impegnata in questa attività, con reciproca soddisfazione!
Con cadenza settimanale si sono alternati operatori ed operatrici della Scuola di shiatsu I.R.T.E. nel trattamento di bambini tra i 12 e i 15 anni con problematiche psicofisiche di diversa entità e natura.
I ragazzi e le ragazze che abbiamo trattato con il metodo del drenaggio leggero sui terminali, come specifico della nostra Scuola, ad una prima comprensibile diffidenza hanno sostituito una progressiva fiducia, ed è stato segnalato anche dagli educatori e dai caregivers una maggiore rilassatezza sia dei tessuti che a livello di comportamento. In alcuni casi sono stati riscontrati anche miglioramenti a livello gastroenterico.
Anche per noi però non è stato facile restare centrati sia perché i ragazzi e le ragazze erano di volta in volta attratti da vari stimoli, sia perché è difficile mantenere la centratura senza essere risucchiati da eccessi di empatia o al contrario da stimoli inconsci di evitamento. Per tale ragione il lavoro in presenza di determinate problematiche non dovrebbe essere affidato ad operatori con poca esperienza o appena usciti dai corsi accademici.
Dal punto di vista umano è stata un’esperienza straordinaria per me, ma anche per i/le colleghi/e tanto che ci è rimasto un pò di amaro in bocca per la fine della scuola e quindi l’interruzione del progetto.
Per il futuro vorremmo continuare a proporre il nostro intervento alla scuola Maltoni, cercando anche una maggiore sinergia con i caregivers (soprattutto i genitori dei bimbi) nella consapevolezza che lo shiatsu al servizio del territorio sia una necessità irrinunciabile di sviluppo sociale e culturale e una risorsa strategica in una concezione moderna integrata della cura.
Grazie a tutti i meravigliosi piccoli riceventi che ci hanno accolti!


A integrazione del precedente “i recettori del tocco”, in questo nuovo articolo ho cercato di fornire un contesto un pò più ampio alle ricerche di Masunaga, integrando con le osservazioni scientifiche più recenti.
L’obiettivo è fornire un kit di argomenti per il professionista shiatsu che accresca il suo bagaglio culturale ma sia anche una possibile molla per accendere la curiosità di esperimenti che oggi è possibile mettere in campo per una crescente professionalizzazione della nostra figura.
In questo testo troverete i seguenti argomenti:
Per osservazioni, opinioni e critiche scrivetemi via mail!
BUONA LETTURA
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Abbiamo già parlato della distinzione tra il tocco shiatsu e il tocco “discriminativo” in un post precedente.
In questo nuovo nuovo articolo approfondiamo la questione con un focus sulla neurofisiologia delle aree del cervello interessate e sulla struttura nervosa dei recettori. La ricerca contemporanea sembra confermare delle vie sensoriali specifiche per fibre nervose che paiono specializzate nel riconoscere il tocco “gentile” da quello discriminativo. La ricerca scientifica nel segno di Masunaga dunque continua!
Buona lettura!!!
Leggilo QUI
Lo shiatsu… cosa avevate capito?
Cambia qualcosa se la nostra pressione dura un minuto, 30 secondi o 3 minuti? Come sappiamo nella rigida formalizzazione cui lo stesso Masunaga aderiva esiste un certo tempo di pressione “giusta”, che lo shiatsuka è tenuto a seguire. E perchè è così importante entrare progressivamente e non di colpo?
Il giusto tempo di pressione e la “giusta” progressione è quella che ci restituisce la “risposta” del meridiano del ricevente. Questo direbbe lo shiatsuka fedele al metodo I.R.T.E., ma in generale ad ogni metodo basato sulla percettività addestrata.
Resta il fatto che secondo i padri giapponesi dello shiatsu c’è un range sotto o sopra il quale la pressione esce dall’orizzonte dello shiatsu, e quindi è fuori “norma”. In verità sulla progressività del movimento di ingresso ed uscita ci sono solo delle conferme indirette (sensibilità epicritica e protopatica) mentre sulle tempistiche il protocollo del ministero della salute giapponese è chiaro.
A prescindere da ogni valutazione di merito la domanda è: c’è una spiegazione fisica?
In un precedente articolo abbiamo visto che la continua formazione/rottura dei ponti di actina-miosina, due proteine ampiamente presenti nei sarcomeri delle fibre muscolari, responsabili del meccanismo di contrazione/rilassamento è lo stesso processo che fa cambiare forma all’ameba tanto amata da Masunaga.
I burst di molecole di calcio dentro o fuori l’ambiente citoplasmatico modificano la forma della parete plasmatica dell’ameba e generano risposte metaboliche differenti, utili all’organismo, ed è sempre il gradiente di concentrazione degli ioni calcio all’esterno o all’interno del reticolo sarcoplasmatico che circonda ogni singola fibrilla di ogni singola cellula muscolare nel nostro corpo a far partire il meccanismo actina-miosina di controllo muscolare.
Per inciso l’accumulo di calcio nel reticolo endoplasmatico (REL), così come il suo improvviso rilascio nel citosol cellulare pare un fenomeno che interessa tutte le cellule e costituisce un segnale “principe” di attivazione metabolica ampiamente utilizzato.
***
In questa serie di schede che presentiamo QUI continuiamo a considerare il corpo umano come composizione a mosaico di diversi fenomeni, e lo osserviamo sotto il profilo dei fluidi che scorrono al suo interno.
I tessuti umani sono letteralmente creati dai flussi di scorrimento che li disegnano. Tali flussi sono composti di sangue, aria, cibo, fluidi extracellulari e cellulari. Questi fluidi viscoelastici scorrendo nel nostro corpo si comportano tutti come grandezze vettoriali ossia sono grandezze fisiche caratterizzate da un verso, una direzione e una intensità.
I fluidi biologici umani, vari miscugli di sostanze tra cui particolari forme di acqua sono dominanti, sono di tipo tissotropico, ossia hanno comportamento non lineare quando sottoposti a sollecitazioni, proprio come quelli che Masunaga osservava nell’ameba!
Forse troverete delle correlazioni interessanti che potrebbero spiegare, in parte, perchè da un punto di vista fisiologico una pressione per essere efficace ha bisogno si “stasi” e di “progressività”, ma non perdetevi nemmeno le riflessioni del saggio cinese sulla teoria cellulare!
Come sempre se avete voglia lasciate qualche commento, e non risparmiate sulle critiche ♥
Buona lettura
Un altro articolo che riguarda lo studio di Masunaga sull’ameba, con l’utilizzo di fonti scientifiche più recenti. Buona lettura
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Continua la nostra indagine nell’esplorazione delle potenzialità dello shiatsu nel lavoro con la disabilità. Oggi incontriamo Beatrice Cioni un’operatrice diplomata alla mia stessa scuola, che ci parla della sua esperienza.
Buona lettura

D: Ciao Bea puoi presentarti?
R: Sono educatrice ed operatrice shiatsu. Lavoro in una cooperativa sociale dove mi occupo di dare un sostegno ai ragazzi disabili sia nella scuola che a livello extrascolastico. Si ha a che fare con famiglie disagiate che necessitano di supporto anche oltre l’orario scolastico. Il luogo di lavoro è un centro diurno, “Felicittà” a Sesto Fiorentino.
D: qual’è stato il tuo percorso per arrivare a proporre shiatsu ai ragazzi disabili?
R: il primo progetto risale al 2016, ed era tarato esattamente sulle esigenze delle persone che accoglieva il centro diurno, ragazzi con disabilità grave sia fisica che psichica (ma soprattutto psichica): lo shiatsu pensato quindi come disciplina capace di integrare le loro attività, migliorandone la risposta sotto diversi profili. Purtroppo però il progetto non venne preso in considerazione, e giace ancora in un cassetto. In seguito però, continuando a lavorare nello stesso posto in qualità di educatrice, ho cercato di utilizzare dei “momenti morti” in cui i ragazzi non avevano attività (tra cui la danza, ricerca dell’autonomia, giochi di socializzazione, ecc…) proponendo piccoli approcci fisici consapevoli: ad esempio lo sblocco delle mani, oppure piccoli tocchi sui trapezi, sulla schiena….
D: Come si sviluppavano gli incontri?
R: Inizialmente ero io che li eseguivo sul loro corpo, poi ho iniziato a proporre che facessero lo stesso tra di loro. In quel modo cominciarono a toccarsi in un modo diverso rispetto a quello consueto del gioco codificato oppure del gioco un po’ più “violento” (tipo spinte, o un tocco poco consapevole). Dall’anno scorso purtroppo tutto questo non è più possibile causa covid.
D: Quali strumenti hai usato in questi incontri, diciamo così “speciali”?
R: Anzitutto, come ti dicevo, ho cercato di trasmettere la consapevolezza dell’importanza del toccare, e toccarsi; ma di grande importanza è anche la consapevolezza del respiro, che nello shiatsu è pure fondamentale, e aggiungo, del silenzio: spesso in caso di disabilità psichica la mente è iperattiva, e i ragazzi fanno fatica a stare in ascolto degli altri ma anche di se stessi. Imparare il silenzio e a respirare profondamente sono passaggi necessari prima di iniziare l’approccio allo shiatsu. Il nostro metodo (scuola I.R.T.E.) pone già grande attenzione alla progressività, ma nel caso di persone con disabilità grave, soprattutto psichica, questa progressività da parte dell’operatore deve partire molto prima che si arrivi al contatto. Si passa quindi prima dal dialogo e da tocchi fisici, magari generici, tipo lo sfioramento che servono a conquistare con un lavoro paziente (e a volte lungo) la fiducia, un momento indispensabile di ogni relazione interpersonale.
D: Se dovessi dare un consiglio ad un operatore che non ha mai fatto shiatsu con una persona disabile, sia fisica che psichica, e potessi scegliere una sola indicazione, quale daresti?
R: essere sempre, sempre, sempre, leggerissimi. Bisogna sempre tenere presente che siamo in presenza di congestioni importanti, non solo su un piano psichico. Pensiamo ad esempio agli stati infiammatori cronici che possiamo percepire sotto le nostre mani, situazioni che vanno trattate sempre con la massima attenzione.
D: Quali sono gli effetti principali del tuo lavoro con le persone disabili?
R: A mio avviso già il fatto che mi vengano richiesti da loro i trattamenti, lo considero un punto di arrivo importante. In generale i ragazzi sono più tranquilli nell’ approccio sia verso il loro corpo sia nel rapporto con gli altri. Magari questo effetto dura un’ora, poi riemergono gli schemi consueti, ma è già un benessere per loro significativo.
D: Ci sono altre attività terapeutiche oltre lo shiatsu che sono efficaci in questi casi?
R: senz’altro la fisioterapia è fondamentale. Peccato però che non ci sia molto dialogo tra professionisti, ancora lo shiatsu non è molto considerato. Riscontro un certo scetticismo, cosa non nuova, rispetto ad altre figure professionali. Ultimamente però altre figure professionali (tipo fisioterapeuti, infermieri,, ecc…) stanno cominciando a riconoscere l’efficacia “a lungo termine” di ricevere shiatsu. Sono fiduciosa per il futuro.
Come si pone la medicina orientale nei confronti del metodo scientifico occidentale? Come impatta la tecnologia nella ricerca medica occidentale e in quella orientale? Punti di contatto e distanze con il presente in un breve viaggio attraverso alcuni testi scritti dal maestro giapponese negli anni ’70 del XX secolo.
Buona lettura

Tra le tante catastrofi del 2020 si intravedono a volte dei bagliori. Se si riesce a trovare la pazienza di osservarli pur in lontananza essi ci ricordano l’oscillazione continua tra le polarità, e ci rimettono anche un po’ di buonumore, che non guasta mai. Uno di questi lampi nel buio è la nuova edizione del manuale della mia scuola di Shiatsu, l’I.R.T.E.
La nuova edizione del manuale della scuola di Shiatsu fondata del maestro Fabio Zagato rispetto all’edizione precedente vede anzitutto un netto miglioramento nella chiarezza espositiva. Avvalendosi di una più ampia serie di disegni tutti i katà sono illustrati nel dettaglio unitamente a una maggiore cura nell’editing. Sono state anche riviste le categorie kyo e jitsu in relazione alle coppie meridianiche, attraverso una precisazione delle manifestazioni sintomatiche.
Ma il lavoro di revisione va ben oltre l’aspetto immediatamente didattico, poichè dispiega interamente il metodo Zagato insegnato nel triennio della scuola, il quale si ancora saldamente nella tradizione dell’opera di Masunaga, ma al tempo stesso la arricchisce della personale e pluridecennale esperienza clinica del maestro Fabio. I criteri della semeiotica e della valutazione energetica quindi, pur saggiamente ed esplicitamente ricollegati alla tradizione della medicina classica cinese (con dovizia di riferimenti bibliografici ai testi originali!), sono esposti sulla base dell’esperienza diretta dell’Autore, che unisce profonda conoscenza culturale della materia ad un’altrettanto vasta esperienza di trattamenti.
Un libro irrinunciabile, da mettere accanto ai classici della disciplina, o forse meglio dire dell’arte dello shiatsu, un tassello prezioso nella libreria di ogni praticante.
Qui potete trovare l’indice

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